CAMPOBASSO – Sarebbe facile restare in silenzio dopo una sconfitta, ma è giusto aggiornare così come lo si fa dopo le vittorie. È brutto, bruttissimo! Ti alleni, giochi in casa, fai trasferte tornando tardi la sera, perdi, vinci, festeggi, resti deluso.
Arrivi in semifinale e vinci ribaltando il risultato. Arrivi in finale per il secondo anno consecutivo, vinci gara 1 in casa di 8 punti. Sei lì ad un passo, manca solo la firma…ma in 40 minuti di gioco svanisce tutto.
Vedi la tua avversaria che festeggia e tu sei costretto, forse, a guardare con gli occhi lucidi, con le mani che ti tremano, con il viso bagnato da sudore e lacrime, con la mente piena di flashback di un’intera stagione sportiva che sfuma così.
Tutti ti consolano, ma in quel momento tutto ciò che ti viene detto e fatto ti passa sopra come fossi un fantasma.
Restano solo la delusione e l’amarezza di non essere riuscito.
Queste sono le sensazioni che abbiamo provato ieri contro una Campobasso che, spinta da un palazzetto pieno, è riuscita a ribaltare il – 8 dell’andata vincendo 59-34 e portando a casa il titolo di campione regionale Under 16 Molise.
Ma queste sono EMOZIONI. Negative, si, ma sono emozioni che meritano di essere vissute fino in fondo.
Sono emozioni che solo lo sport può regalare.
Noi siamo orgogliosi di poter far provare ai ragazzi queste emozioni che, forse, fra un po’ di tempo ricorderemo con un sorriso.
Ci complimentiamo con la società Cestistica Campobasso, con i ragazzi e con lo staff tecnico per il meritato traguardo raggiunto.
Vogliamo fare un enorme applauso ai ragazzi. Vogliamo farlo ai loro allenatori Salvatore Coppola e Paolo Perugini.
Perché due Finali in due anni, di cui una vinta, possono essere considerate un ottimo risultato.
Vogliamo farlo ai loro genitori che ci hanno sostenuto e ieri hanno messo a disposizione le macchine per organizzare la trasferta.
Vogliamo farlo agli amici dei ragazzi, la nostra tifoseria, che con un tifo PAZZESCO, li ha sostenuti dallo scorso anno in ogni partita, viaggiando anche ieri verso il PalaVazzieri. SONO DIVENTATI PARTE DELLA NOSTRA FAMIGLIA.
Vogliamo farlo ai dirigenti impegnati nel settore giovanile.
Noi siamo l’Airino.