TERMOLI – Lo abbiamo definito più di una volta il “nucleo storico” quello formato Giovanni Colasurdo (capitano), Claudio Suriano e Silvio Marinaro. Mancava soltanto lui. Perciò oggi, 29 Gennaio, giorno del suo compleanno, abbiamo voluto dedicargli questo piccolo regalo con una nostra intervista: stiamo parlando ovviamente di Silvio Marinaro.

Innanzitutto auguri di buon compleanno Silvio. Quante candeline spegni oggi?
Grazie mille, oggi sono 28. Sto invecchiando anch’io, purtroppo.

Ruolo?
Guardia è il mio ruolo, ma con gli anni mi sono adattato a giocare un po’ in tutti i ruoli, persino da 4 in diverse occasioni. Sono ormai svariati anni che fai parte dell’Airino Basket. Esattamente quanti sono? E come sei arrivato qui?
Questo è il mio sesto anno con la maglia giallo blu. È la maglia con cui abbia giocato più tempo. Sono arrivato qui dopo aver lasciato la serie B a Vasto. Conciliare lavoro e basket ad un livello più alto mi risultava difficile, forse impossibile e avevo mollato il basket. Avevo deciso a malincuore di abbandonarlo definitivamente, ma è stato Manrico a farmi cambiare idea.
Non lo conoscevo prima, si è presentato dove lavoravo e mi ha conquistato con i suoi modi di fare (non entro nel dettaglio). Oggi per me Manrico è un fratello.

Prima di approdare a Termoli hai avuto un percorso che ti ha visto anche vestire la maglia del Teramo Basket ai tempi in cui militava in serie A. Ci racconti un po’ la strada dalle giovanili fino ad ora?
Sono andato via di casa a 16 anni. Sono stato a Teramo 3 anni che posso definire meravigliosi per i risultati raggiunti con le giovanili, per la fortuna di aver fatto parte della prima squadra, dove ho conisciuto giocatori con nomi importanti diventati poi amici, e per la bellissima esperienza in generale in una città dove il basket era il primo sport cittadino. È un percorso che auguro a tutti.

Come dicevamo, ormai sono anni che indossi la maglia dell’Airino Basket. Hai avuto tanti compagni, cambiato qualche allenatore e giocato tante stagioni. C’è qualche annata a cui sei particolarmente legato? Se si, perché?
La stagione che ricordo in maniera positiva è sicuramente quella in cui vincemmo il campionato in gara 3 in casa contro Teramo. Ce n’è una, però, che mi angoscia ancora: quella di due anni fa dove perdemmo la finale in casa con Silvi. Comunque per ogni annata ho un ricordo positivo anche perché abbiamo sempre lottato per la vittoria.

Sei uno dei 3 giocatori del nucleo storico dell’Airino. Quale è il tuo rapporto in campo e fuori con i compagni, sia quelli più datati sia i ragazzi, e con lo staff?
Quest’anno c’è un rapporto bello con tutti, dentro e fuori dal campo. Nello spogliatoio siamo un bel gruppo, ci rispettiamo tutti, dal più giovane al meno giovane. Fuori dal campo passo molto tempo con Giovanni e Claudio.

Tolto l’infortunio della partita contro Torre De Passeri, in questa stagione pare tu sia tornato il Silvio leader che tutti conosciamo e apprezziamo. È dovuto a qualcosa in particolare?
Quest’anno l’ allenatore mi ha dato fiducia dal primo allenamento. Con Massimo ho un ottimo rapporto, siamo stati fino all’ anno scorso compagni di squadra. Quest’anno purtroppo è passato dalla canotta alla polo. Mi stimola e mi rispetta, questo mi fa stare sereno.

Quali caratteristiche rendono Silvio Marinaro un giocatore importante per la squadra?
Non saprei, dovresti chiederlo al coach.

Nonostante una squadra quasi del tutto rinnovata, state facendo, possiamo dirlo, un buon campionato. Dove può arrivare la squadra questa stagione?
Ripeto siamo un bel gruppo e nella squadra ci sono diversi giocatori forti. I più giovani ci seguono, secondo me siamo una squadra che può giocarsela con tutte le avversarie. Vedremo cosa succederà…

Per quanto tempo ancora potremo vedere le tue qualità con la maglia gialloblu?
Spero per diversi anni ancora. Dipende dal fisico, dagli impegni di lavoro e dagli stimoli.

Domanda di rito: Vuoi dire qualcosa al pubblico termolese?
Sì. Quest’anno ho notato che è calato un po’ l’ entusiasmo sugli spalti, anche se i fedelissimi come Massimo Di Tella ci sono sempre. Spero che con le vittorie torneremo a creare quell’aria di festa che c’era ogni Domenica.

Intervista di
Francesco Martinelli